Personaggi di Grana


Don Evasio Garrone - Missionario Salesiano DOC

Evasio Garrone nasce a Grana il 9 Novembre 1861, entra all’Oratorio di Torino a 18 anni e diventa Salesiano il 3 Ottobre 1886. Il 12 Maggio 1889 viene ordinato Sacerdote e la morte sopraggiunge a Viedma, cittadina della provincia del rio Negro in Argentina, l’8 Gennaio 1911.

Un giorno, mentre si confessava da Don Bosco, quest’ultimo gli elencò tutti i suoi peccati e qualche giorno più tardi gli predisse che sarebbe diventato sacerdote e missionario. Evasio assistette per ben tre volte all’estasi di Don Bosco durante la santa Messa.

Il 10 Novembre 1885 vestì l’abito clericale per mano dello stesso Don Bosco e partì per la Patagonia nella prima spedizione di Missionari voluta dal Santo, insieme a Mons. Cagliero, e, quale suo braccio destro, fondò una Farmacia e un Ospedale salesiano a Viedma.

In quello stesso ospedale vide arrivare a parecchie riprese degli indios mandati da un missionario che gli stessi, dopo aver visto un ritratto di don Bosco, sostenevano assomigliasse al Santo, come testimoniato dal Beato Artemide Zatti, suo collaboratore.

Nel predire che il giovane Evasio sarebbe diventato sacerdote e missionario, Don Bosco vide certamente anche in Lui una guida alla Santità di due giovani ora entrambi Beati: Zefirino Namuncurà (vedi qui) e Artemide Zatti.

Per i suoi numerosi servizi di medico, il Governo argentino lo nominò Dottore in Medicina honoris causa e con l’approvazione della Chiesa e dello Stato gli fu possibile esercitare in pubblico la professione medica.

Alla sua morte volle essere sepolto a Viedma tra la sua gente e quattro anni dopo, come riporta il Bollettino Salesiano di quei tempi in memoria di Don Garrone, “La domenica di Pentecoste, 23 Maggio 1915, nel camposanto di Viedma s’inaugurò un monumento marmoreo eretto a cura di un apposito Comitato di ammiratori, sulla tomba di Don Garrone. Una folla di popolo commossa e alla presenza di tutte le Autorità ha voluto così dire il suo grazie a quella “Carità” che dotò Viedma di un Ospedale e di una Farmacia”.

Dopo la benedizione rituale fu letto un nobile telegramma      dell’eccellentissimo Sig. Governatore del Territorio, assente da Viedma, nel quale manifestava tutto il suo rammarico per non aver potuto presenziare a questo segno di gratitudine e di ricordo costante dei Popoli del Rio Negro in memoria del “Cavaliere senza macchia”, così fu definito, che, per bontà di carattere e per sentimenti altruistici, si è sempre manifestato Amico affettuoso a quanti lo avevano avvicinato.

Nel ricordo di Don Garrone anche Grana, con orgoglio, potrà così affermare di aver inviato nel mondo un ”Cavaliere senza macchia“, un “ Seminatore di Bontà “.