In vecchi documenti catastali è annotato: "Il concentrico si sviluppa su un colle, attorno alla Parrocchiale, ha forma tondeggiante, con edifici che si diramano anche lungo le strade di comunicazione del paese. È sulla sponda destra dell’omonimo torrente".
Il catasto del 1569 restituisce i numerosi toponimi riferiti alle peculiarità e alle suddivisioni interne del territorio comunale, alcuni dei quali ancora in uso: “ad serram castri” (in riferimento al castello di origine medievale); Santo Stefano, “in Brayda”; “ad Carrariam”; San Salvatore o “Ad Paradisum”(probabilmente una errata traduzione di “San Sarvé”); Camporosso; Mazoulin; Mondalena; Fontana; Baseria; Gattina; “Praedium ecclesie vulgo dicitur al Filagno”; San Bernardino; Moleto; Arundineto; “Ad Sazam”; S.Antonio; Gersola; Roncalium; Bosia; Retropiacium; Montecapriolio; Monte Pirano; Val Grana; Fazeto; Colombiaio; Zonco; Valle Stroppiana; Prato Zanino; “Ad Sambucum”; Pratocorte; Montebarbano (AC Grana, catasto m.334).
Altri nomi si aggiungono nel catasto del 1627 (AC Grana, Catasto, m.336): Lupano; Ceresole; Sant’Antonio o Borgo Nuovo; Repiazzo; Vairo; Prato comune. A tanti toponimi non sembrano avere corrisposto altrettanti micro insediamenti: nei censimenti otto-novecenteschi, infatti, non sono segnalate per Grana né frazioni, né località, né case sparse in numero significativo, a riprova della compattezza del nucleo abitativo sviluppatosi all’interno di mura fra medioevo ed età moderna.