La festa patronale cade il 15 di agosto, in occasione della festività dell’Assunzione di Maria Vergine a cui è dedicata la Chiesa Parrocchiale. Ha origini molto lontane nel tempo e si è sempre svolta su più giorni, a cavallo della festività dedicata alla Madonna.
È nota a Grana, non solo tra le persone più anziane, come “Fasta dal Pais” (Festa del Paese) e questo testimonia l’importanza che la manifestazione ricopre tra la popolazione.
Molti decenni fa la festa si incentrava sul tradizionale ballo a palchetto, per molti anni installato sul piazzale del peso pubblico e la struttura della pista che accoglieva i ballerini era rigorosamente chiusa da un telo di copertura agli occhi del pubblico. Al riguardo, visto che la chiusura era solo laterale, si racconta che i genitori dei ragazzi che erano presenti sul ballo si recassero sulla salita che portava all’edificio delle scuole per controllare dall'altro che i comportamenti dei loro figli o nipoti fossero consoni alla morale del tempo.
A contorno vi era la presenza di un banco per la vendita di torrone, noto come “al tourouné”, e il classico banco di beneficienza ospitato nella chiesetta di San Pietro Martire (vedi qui). Successivamente il ballo è stato spostato in quella che adesso è piazza Papa Giovanni XXII, dove era presente un’osteria con i suoi numerosi tavolini a disposizione dei partecipanti alla festa.
Per molti anni, prima in via Stefano Varvello e successivamente lungo il muraglione prospiciente il palazzo comunale, si è tenuta una importantissima fiera del bestiame a cui partecipavano i più rappresentativi commercianti di bestiame ("i nigoussiant da bestie"). La manifestazione si è svolta fin verso gli anni '80 ed ha sempre attirato un pubblico numeroso ed interessato. Ovviamente, non poteva mancare la premiazione finale ai migliori capi di bestiame.
A tavola facevano la loro comparsa i piatti della tradizione, a cominciare dalla “Finanziera”, il tipico piatto povero preparato con quelli che possono essere considerati scarti di macellazione non solo del pollame, ma anche dei bovini. Poi “al Lasagne”, gli agnolotti e “la Fricia”, il sontuoso fritto misto alla monferrina, nel quale l’unica concessione al sapore dolce era dato dalle frittelle di semolino dolce (“i fricioulin ad sëmoula”).
Negli anni il ballo a palchetto ha lasciato posto ai più moderni palchi per spettacoli musicali e con la nascita della Pro Loco negli anni ’70 la festa si è arricchita di un apprezzato contorno culinario.
Negli ultimi tempi, quando la festa ha visto quale luogo di ambientazione gli impianti sportivi, è stato un crescendo di successo e di partecipazione di pubblico, grazie agli spettacoli musicali che hanno visto la presenza di gruppi musicali di forte richiamo e alle apprezzate specialità culinarie preparate e distribuite dai numerosi e bravi volontari della Pro Loco.
Il banco di beneficienza, invece, ha mantenuto invariate le sue caratteristiche, ospitato prima nel salone dell'Oratorio e successivamente, quando la festa si è svolta nel campo sportivo, in locali di privati situati nelle immediate vicinanze.