Personaggi di Grana



Avvocato Armando VACCA 

Una completa biografia di Armando Vacca la si può trovare nel libro a lui intitolato, scritto dal dott. Giuseppe Oldano, dal quale sono tratte le informazioni qui riportate.

Armando Vacca nasce a Grana il 6 febbraio 1888 in una famiglia patriarcale, come la maggior parte di esse all’epoca, credente e praticante. Frequenta per i primi studi il collegio salesiano di Fossano ed entra giovanissimo in seminario a Casale. Era la sua vocazione ed infatti “fu chierico esemplare per disciplina, diligenza, per spirito ecclesiastico; e gli fu assegnata per concorso la borsa di studio, che è premio di cultura, di virtù singolari”.

Dovette abbandonare a malincuore, per problemi di salute, gli studi ecclesiastici, ma non abbandonò mai quello che era stato il suo sogno di giovinetto, quasi fosse una missione. Emblematico quanto scrisse al suo parroco a giustificare quanto deciso, ma al contempo a rafforzare le sue intenzioni: “quanto ai miei sentimenti non stimo necessario chiarirmi. Ella mi conosce abbastanza e credo che il passo che dovetti compiere non mi farà ritirare da un ordine di idee e rigettare i sentimenti e le abitudini che coltivai e coltivo. Forse, se il Signore mi darà salute e mi terrà le mani sul capo, avrò occasione di far qualche cosa di buono per il bonum certamen (buona battaglia), prima ancora che se fossi stato in seminario”.

Mantenne la sua promessa e fu sempre alfiere dei suoi principi cristiani, difendendoli e portandoli tra i giovani, una sorta di apostolo che incessantemente e caparbiamente si circonda di nuovi adepti per la buona battaglia. Divenne socio del circolo universitario Cesare Balbo, del quale ne divenne presto elemento essenziale, fino ad assumerne la carica di presidente. Ma ben presto fu anche presidente della Federazione piemontese delle associazioni giovanili. Restò celibe, non per egoismo o mancanza di responsabilità e neppure per “vagabondare per le vie della spensieratezza”, ma per essere ambasciatore del Cristianesimo. Nel 1912 ottenne la laurea e fu chiamato a Casale a dirigere il locale giornale cattolico e a diffondere il suo messaggio tra i giovani.

Lavorò in un affermato studio di avvocato, prima come praticante e poi come sostituto, ma non mise mai in secondo piano la missione che aveva intrapreso e fu segretario della Direzione diocesana. Infaticabile, sempre propositivo, brillante oratore e fervido di idee e progetti, ebbe molti ammiratori, ma anche il rispetto sincero degli avversari. Morì in guerra, sul Carso, da eroe il 27 luglio del 1915 e due giorni prima di morire scrisse ad un amico: “scrivo in questo pomeriggio, fumando tranquillamente uno dei tuoi ottimi toscani e succhiando di quando in quando un mezzo limone per mitigare un po’ il fetore e il senso di ripugnanza promananti da alcuni cadaveri di austriaci… che non si possono rimuovere perché poco lungi sono altri austriaci, ma vivi…”.

Si dimostrò sempre “vivacemente” contrario alla guerra, anche quando il suo atteggiamento poteva essere impopolare tra i suoi concittadini, al punto da essere considerato poco patriottico, ma proprio quando la patria lo chiamò a servirla non si tirò indietro e partì da “gregario” per il fronte, con animo leggero, ma con un unico pensiero rivolto alla famiglia e alla madre.

Dopo la sua morte fu insignito della medaglia d’argento con la seguente motivazione: “Vacca Armando da Grana, caporale reggimento fanteria… N.278 matricola. In terreno minato e battuto da fuoco nemico, si recava per ben due volte, di sua iniziativa, a porre un segnale per indicare alla propria artiglieria la posizione delle nostre truppe. Costrette queste a ritirarsi dalla posizione, si recava una terza volta sul posto, per togliere il segnale, affinché l’artiglieria nostra potesse riprendere il fuoco contro l’avanzata nemica. Rimasto in questa circostanza gravemente ferito, persisteva fino a raggiungere l’intento. - Carso 27 luglio 1915”.

Nella foto a fondo pagina il frontespizio del libro curato dal dott. Giuseppe Oldano, già citato nella pagina GRANA - cenni storici - seconda parte.