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Storia della Chiesa e del suo Organo

Segue da Storia della Chiesa dal 1804 al 1912


Capitolo a parte merita l’organo attuale, strumento di altissimo pregio definito dagli esperti “degno di una cattedrale”, del quale si può trovare ampia descrizione nella pagina "L'Organo di Grana" (vedi qui).

Il contratto di acquisto del primo strumento fu stipulato nell’ottobre del 1810 con l’organaro Giovanni Battista Vinzio, noto per la sua attività di riadattamento di organi già esistenti.

E infatti costui rivendette al prezzo di 1500 Lire uno strumento rilevato dalla Chiesa parrocchiale di Ghislarengo in provincia di Vercelli. Ma già all’inizio del 1830 l’organo cominciò a mostrare chiaramente tutti i suoi anni e nel 1832 i fabbricieri (coloro che sovrintendono all’amministrazione di un edificio ecclesiastico) sentirono il bisogno di adeguare lo strumento alle nuove esigenze che si andavano registrando nel campo musicale e soprattutto organistico. Era il melodramma che andava per la maggiore e riusciva a coinvolgere praticamente tutti gli strati sociali della popolazione. E anche la tecnica organaria dovette adeguarsi ai tempi dotando gli strumenti di tutti quei registri per riprodurre e divulgare la musica e la cultura operistica.

Tra i protagonisti di questo importante rinnovamento figura l’organaro biellese Giaginto Bruna, al quale fu demandato nel 1832 dalla Reggenza parrocchiale di Grana l’incarico di costruire il nuovo organo, “di ampie dimensioni”, in sostituzione del preesistente. Tra i principali dati tecnici spiccano: “somiere maggiore con 1054 canne, 150 canne in due file di facciata più altri 5 piccoli somieri per le monumentali canne in legno. In totale le canne sono 1300. Quelle in legno sono di abete con l’imboccatura in noce tornito a mano e alcune sono lunghe poco meno di 6 metri; e qualcuna è bitonale, in grado cioè di riprodurre due diversi suoni tramite apposita leva di regolazione. Le canne in metallo sono per la maggior parte in lega di stagno e alcune sono parte in stagno e parte in piombo, tutte costruite a mano. Le trasmissioni sono rigorosamente di tipo meccanico”. Unica “modernità”, se così la si vuole chiamare, è rappresentata dall’elettroventilatore installato nel 1939 per l’alimentazione dei mantici, questi ultimi tuttora funzionanti.

Da sottolineare che l’organo fu sottoposto a restauro, voluto nel 1986 dal compianto parroco di Grana Don Felice Gatti, e in quell’occasione lo strumento tornò alla sua fisionomia originaria, come vuole la moderna impostazione filologica. In pratica, un oggetto storico non deve essere adattato alle esigenze del momento, ma deve rappresentare un importante testimonianza del passato e quindi del suo tempo. I lavori durarono dal 30 aprile al 16 novembre di quell’anno e l’inaugurazione avvenne solamente il 2 agosto 1987 dopo il restauro della tribuna e della bussola. Anche oggi purtroppo l’organo necessita di un intervento di restauro, che si spera possa avvenire presto, e anche in questo caso la popolazione non ha fatto mancare il suo apporto economico.

Da queste brevi narrazioni emerge il ruolo fondamentale ricoperto dalla popolazione di Grana nella realizzazione della Chiesa, non solo dal punto di vista economico, ma anche per la fattiva partecipazione in decisioni che hanno comportato modifiche al progetto originario dell’architetto Pasta.


Continua su Il patrimonio pittorico della Chiesa

 
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Ultimo aggiornamento: 16/03/2023
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