Segue da Ricordi di un Viceparroco
Le informazioni che seguono sono le testimonianze autentiche di un partigiano di Grana, ormai scomparso, raccolte dal Viceparroco di allora Don Felice Gatti. Sono state redatte dal sacerdote sulla base di un manoscritto dello stesso partigiano, ai tempi in cui era in attività, e da una sorta di intervista concessa dal diretto interessato.
Il gruppo di cui faceva parte è nato nel periodo che va da febbraio ad aprile del 1944 e contava all’inizio circa venti persone che sono in seguito cresciute fino a 180. Si chiamava 8° Brigata Grana e faceva parte della 2° Divisione Langhe, come si evince peraltro da un opuscolo della Regione Piemonte (vedi qui), e aveva distaccamenti a Grana, Montemagno, Casorzo e Viarigi.
I rapporti con la popolazione di Grana erano ottimi, anche se da parte di qualcuno c’era poco più che sopportazione, ed erano buoni anche al di fuori del paese, dove tutti conoscevano il coraggio, che a volte sfiorava la temerarietà, dell’intero gruppo e del suo capo. Vi erano stretti contatti anche con altre formazioni partigiane operanti nelle zone limitrofe.
Interessanti sono i cenni su alcune delle azioni del gruppo, talune piuttosto cruente.
L’attività è iniziata con incursioni nei pressi di Asti e molto spesso a Casale, dove in una di queste è stata catturata e disarmata una pattuglia di 12 repubblichini con il loro comandante, quest’ultimo liberato e in seguito incarcerato dai fascisti poiché parlava bene dei partigiani. Nel giugno del ’44 viene compiuta una incursione alla caserma dei Carabinieri di Moncalvo e al posto di ascolto aerei di Madonna dei Monti per procurarsi delle munizioni.
Il 30 agosto del ’44 sono protagonisti di un combattimento che si è svolto tra Grana, Scurzolengo e San Desiderio. Tutto ha inizio verso le 8 del mattino sulla salita che porta al bivio per San Desiderio (ai Rastà) con un attacco a sorpresa contro un’autovettura e un camion mandati in avanscoperta e messi fuori uso. Il risultato è di una decina di prigionieri, con tre morti e due feriti tra le fila del gruppo.
Nel settembre del ’44 a Calcini (Accorneri) una volante del gruppo viene a contatto con un gruppo di ufficiali tedeschi e repubblichini. Un tedesco e un repubblichino restano uccisi, ma la reazione è feroce, con alcuni morti tra i civili e alcune case incendiate. Nell’ottobre del ’44 durante un rastrellamento viene portato un attacco alla punta della colonna e resta ucciso un Maresciallo della Feld Gendarmeria. Molti i feriti tra i fascisti.
Il 14 novembre dello stesso anno al cimitero di San Desiderio viene attaccato un convoglio tedesco che fallisce a causa di qualche delazione. La conseguenza fu l’uccisione di due partigiani, uno presso il peso pubblico di Grana e l’altro in aperta campagna. Due giorni dopo, sempre a Grana, avviene un breve combattimento e vengono fatti prigionieri 12 repubblichini con un loro sottoufficiale. Vengono sequestrate le loro armi: un fucile mitragliatore, un mitra e diverse pistole.
Il 19 marzo del ’45 alle 6 del mattino un camion di tedeschi sulla strada per Accorneri viene attaccato da un distaccamento della Brigata Grana a cui si aggiunge un distaccamento della Brigata Garibaldi. Il combattimento dura fino alle 11, dopodiché i partigiani si ritirano a Montemagno da dove riprendono a combattere. I tedeschi disponevano di mortai e mitragliatrici da 20 mm, i partigiani di fucili 91 TP (Macallè), più lunghi dei normali fucili 91 e pertanto particolarmente utili. Il combattimento si protrae fino alle 17, quando ai partigiani cominciano a scarseggiare le munizioni. Sul terreno restano una trentina di morti da parte tedesca e un morto e un ferito da parte dei partigiani.
Tutti i giorni il gruppo operava azioni di disturbo, con le volanti che attaccavano i posti di blocco entrando anche in città e creando scompiglio. La formazione ha preso parte anche alla liberazione di Torino e Casale.