È, insieme a San Sebastiano, una delle due chiese abbattute intorno alla metà degli anni '60 per cedere il passo al progresso e lasciare spazio al traffico stradale, sia agricolo che urbano.
Sorgeva ai margini di Corso Garibaldi dove confluiscono via del Recinto e via Stefano Varvello e, come dice il nome, il Santo a cui era dedicata è stato un frate domenicano morto martire il 6 aprile del 1252 sulla strada che conduce da Como a Milano.
Nato a Verona sul finire del XII secolo in una famiglia eretica, fin da piccolo si mise contro i suoi genitori per la fede che stava maturando in lui. Entrò nell’Ordine Domenicano e fu grande predicatore contro gli eretici e nel 1251 fu nominato inquisitore per le città di Como e Milano.
Fu anche priore della
Abbazia di Valmanera (Asti) e, considerata la venerazione degli abitanti di
Grana, è lecito supporre il suo transito o addirittura la sua permanenza in
paese.
Nella Chiesa si trovava una interessante tela di Giorgio Alberini raffigurante la Madonna col Bambino, ritratta tra San Pietro Martire e San Bernardo da Mentone che tiene al guinzaglio il diavolo. Il San Bernardo ritratto è stato il fondatore degli Ostelli situati ai Colli del Piccolo e Gran San Bernardo.
A seguito della demolizione della Chiesetta la tela fu restaurata e trasferita nel Museo Parrocchiale. Durante i lavori di restauro comparve una dedica in latino che recita: "EX DEVOTIONE HEREDEM NOBILIS ALBERTI GAVATIAE MDCVIII" -“per devozione degli eredi del nobile Alberto Gavazza 1608”.
Il giorno 8 dicembre 2021, nel luogo dove sorgeva, alla presenza del Parroco e del Sindaco di Grana, l'associazione ha posato una targa a suo ricordo.